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Gasdotti, metano e idrogeno: ecco come il Mediterraneo diventerà hub dell’energia

Gasdotti, metano e idrogeno: ecco come il Mediterraneo diventerà hub dell'energia

Accelerano i nuovi corridoi energetici che disegneranno una nuova geografia del gas. L’asse si sposta da Est a Sud, Sud-est e da Sud-ovest portando il Mediterraneo a diventare il centro delle nuove rotte dall’Africa, dai Paesi del Levante e dalla Penisola Iberica, che non è connessa alla rete dei gasdotti. Ieri ad Alicante è stata posta la base del collegamento a Sud-ovest, con il BarMar (Barcellona Marsiglia) ribattezzato H2Med che farà scorrere l’idrogeno dal Portogallo alla Spagna alla Francia e con cui si mette una pietra sopra il MidCat, la pipeline che avrebbe dovuto attraversare i Pirenei portando il Gnl rigassificato da Madrid fino alla Germania. Un tubo che Parigi ha sempre rifiutato, forte del nucleare su cui punta anche per il futuro (anche se ora è a mezzo servizio per via delle manutenzioni, con il rischio di blackout che diventa sempre più concreto).

L’orizzonte è il 2030. «I gas rinnovabili — commenta Simona Benedettini, economista dell’energia — avranno un ruolo sempre maggiore per ottenere l’indipendenza dal gas russo. Ma è necessario investire nelle reti intelligenti per poterlo distribuire». Con European Hydrogen Backbone (dorsale europea dell’idrogeno) la Ue punta a costruire un’infrastruttura di trasporto dedicata. In questa rete pensata in cinque corridoi, l’Italia ha una posizione centrale nella direttrice Sud, verso le promettenti risorse del Nord Africa. Ieri il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e quello delle Imprese Adolfo Urso hanno firmato la lettera di supporto all’iniziativa.

Operatori come l’italiana Snam (che è anche dentro il progetto H2Med con la controllata francese Terega) stanno già sperimentando tubi in grado di trasportare mix di gas, tra cui l’idrogeno verde. E sempre Snam con la spagnola Enagas sta valutando la possibilità di costruire un gasdotto offshore per collegare Barcellona e Livorno. Poi c’è la rotta del Sud-est. Il nostro Paese è membro del Forum sul gas del Mediterraneo orientale (Emgf) assieme a Egitto, Cipro, Francia, Grecia, Israele, Giordania e Palestina. «L’Italia — ha dichiarato Claudio Barbaro, sottosegretario all’Ambiente, — ritiene importante massimizzare il potenziale del bacino del Levante. Grazie alla centralità geopolitica, l’Italia vuole rappresentare l’hub energetico del Forum verso il continente europeo». Ma anche qui serve l’infrastruttura. «La Ue nel Piano REPowerEU — spiega ancora Benedettini —ha ribadito l’importanzadel gasdotto EastMed-Poseidon che dovrebbe portare in Europa il gas dei giacimenti al largo delle coste israeliane. L’infrastruttura, che permetterà anche il trasporto di idrogeno, consentirà di trasportare tra gli undici e i venti miliardi di metri cubi di gas l’anno e dovrebbe entrare in funzione nel 2027.». Nel frattempo, l’Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese. Il secondo è l’Azerbaijan.

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https://www.corriere.it/economia/consumi/22_dicembre_09/gasdotti-metano-idrogeno-ecco-come-mediterraneo-diventera-hub-dell-energia-6f3f4ecc-780b-11ed-8b31-7101dab59dee.shtml

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